Sapere che 1000 alberi di ulivo secolari hanno reso 180 litri di olio, in termini di potenziale produttività di un uliveto, è una notizia che farebbe amareggiare ogni contadino. Ma se vi raccontassimo che per circa 30 anni quell’uliveto è stato abbandonato, che quello stesso patrimonio di olivi non è mai stato potato e che il terreno è rimasto incolto tutti questi anni?
L’annata 2019/2020 è stata per la Cooperativa Sociale Verbumcaudo il primo passo verso la riqualifica dell’uliveto, un tassello fondamentale per il recupero dell’intero fondo, e quest’autunno ci ha regalato finalmente il primo olio extravergine biologico. La cura e il tempo che abbiamo messo durante l’arco dell’anno per rendere accessibile il vetusto uliveto ereditato, e che stiamo mettendo nel fare tutti gli interventi che un impianto secolare necessita, lo riporteranno ad un livello di produttività degno della sua storia, come ha confermato uno dei nostri soci e agronomi, Gandolfo Rannazzisi.
La raccolta, guidata dal nostro socio e responsabile della produzione agricola Nicola Calabrese, non è stata sempre agevole: ci si è mossi tra piante trascurate e chiome cespugliose di cui una buona parte superava i 5 metri altezza, ma anche le altre fasi della coltivazione hanno richiesto e stanno richiedendo tante energie, dalla coltivazione della terra alla potatura dei rami in corso in queste settimane.
Oggi ci riteniamo soddisfatti della nostra prima raccolta che ha comunque portato alla produzione di un olio 100% biologico di altissima qualità. I 1027,5kg chili di olive raccolte a Verbumcaudo sono stati moliti a freddo a Valledolmo nel più breve tempo possibile, in modo da non comprometterne la qualità; inoltre, grazie al processo di estrazione (anch’esso fatto a freddo), l’olio extravergine prodotto si è presentato all’analisi organolettica privo di difetti. All’interno della cooperativa, il nostro socio agronomo Francesco Zafonte, iscritto all’albo nazionale dei tecnici ed esperti degli oli di oliva vergini ed extravergini, ha potuto riscontrare “gli attributi positivi di fruttato verde leggero con flavor di mandorla/erba verde; amaro moderato e piccante più intenso, caratteri garantiti dal tipo di gestione, dalla localizzazione, dalle condizioni pedoclimatiche, dall’epoca e modalità di raccolta e dalle cultivar presenti (biancolilla, crastu, oglialora, piricuddara)”.
Non possiamo che essere fieri di questa produzione, non solo perché in essa risiede la risposta convinta a 30 anni di incuria e malaffare, ma soprattutto perché, entrando a far parte del mercato dei prodotti biologici, potrà arrivare sulle tavole di tutte e di tutti per raccontare una nuova pagina di storia: il ritorno di un bene alla propria comunità.
Grazie al sostegno di Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara la Cooperativa Verbumcaudo, in partenariato con il Consorzio Agrietica, comuni di Polizzi Generosa e Valledolmo, Confcooperative Sicilia, Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo e CRESM – Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione, sta lavorando al processo di messa in produzione dei 150 ettari del fondo di cui l’uliveto è parte, mettendo in campo nuove iniziative di sviluppo locale e di promozione del territorio, in cui il bene confiscato, in quanto bene comune, diventa risorsa per l’intero comprensorio.