La rivalsa di Verbumcaudo, la comunità riscrive la storia del feudo e delle sue produzioni

La storia di Verbumcaudo si perde nella notte dei tempi. Si hanno tracce della presenza del feudo fin dal medioevo ma è molto probabile che già al tempo dei romani l’area fosse coltivata come molte altre limitrofe. Il territorio siciliano era infatti il granaio di Roma e le aree del Vallone contribuivano alla grande produzione cerealicola dell’isola.

Che Verbumcaudo sia stato nei secoli più volte luogo di ingiustizie e grandi rivalse per mano della comunità ce lo testimonia la storia. A partire dal 1396, anno durante il quale il feudo viene confiscato per ribellione ad un nobile e concesso dai reali alla famiglia nobiliare dei Ventimiglia, conti di Geraci che spadroneggiavano su tutte le Madonie contrapposti all’altra potente famiglia dei Chiaramonte a sud dell’isola. Da allora sono stati numerosissimi i passaggi di proprietà tra famiglie nobiliari e latifondisti siciliani che si sono impadroniti delle terre, fino a quando Salvatore Tagliavia, armatore navale e benvoluto sindaco di Palermo durante la prima Guerra Mondiale, in occasione delle leggi di riforma agraria del 1950, in qualità di proprietario si privò spontaneamente di una parte della tenuta per suddividerla tra alcune famiglie povere del territorio.

Il 1979 è la data che segna per sempre la lunga storia del feudo e la sua terribile fama, l’acquisto delle terre a prezzo di favore da parte dei fratelli Greco, boss reggenti della famiglia di Ciaculli: 650 milioni di lire a fronte di un valore di mercato di due miliardi e mezzo. Una vendita sulla quale indagherà Giovanni Falcone che, fedele alla regola “segui i soldi”, scoprirà l’illecita provenienza dell’assegno a firma del camorrista Antonio Bardellino e come il feudo ospitasse summit mafiosi durante i quali si discuteva di interessi, spartizioni e omicidi. Grazie alle sue indagini scattò quindi il sequestro e poi la confisca del bene.

Oggi Verbumcaudo diventa simbolo di riscatto e di cambiamento per tutta Italia: dopo anni di abbandono il feudo è rinato grazie alla determinazione del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo, espressione di 19 comuni non solo madoniti, che attraverso un bando pubblico ha selezionato giovani del territorio interessati alla formazione professionale in ambito cooperativo. Dopo un periodo di formazione utile a costruire competenze solide e capacità progettuali, un gruppo di ragazzi e ragazze, con la guida di CRESM e Confcooperative, ha costituito la nuova Cooperativa Sociale Verbumcaudo che da un anno gestisce il bene.

Una cooperativa produttiva che si è assunta la responsabilità di gestire il fondo non soltanto per il suo ritorno alla legalità e all’attività economica trasparente, ma di riconsegnarlo alla sua comunità e alla sua storia, per dare vita a una filiera umana, sociale e produttiva che coinvolga direttamente gli abitanti del territorio.

La storia di Verbubcaudo dalla voce di Vittorio Lo Mauro, responsabile settore sociale Cooperativa Verbumcaudo

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